Yoga, patrimonio dell'Umanità
Che lo yoga sia ormai scelto da molti per trovare un po’ di tregua dai ritmi frenetici della società moderna è risaputo, ciò che forse in pochi si aspettavano è che l’Unesco potesse inserirlo nel novero dei Patrimoni orali ed immateriali dell’umanità.
La decisione è stata presa tra il 28 novembre e il 2 dicembre 2016 ad Addis Abeba, in Etiopia, da un Comitato intergovernativo dell’Unesco composto da 24 membri.
Lo yoga, disciplina millenaria e vero e proprio percorso spirituale teso a migliorare lo stile di vita di chi lo pratica, è stato infatti riconosciuto dall’Unesco come un valido sistema “per aiutare gli individui a realizzare sé stessi, alleviare le sofferenze che questi possano sperimentare nella vita e raggiungere uno stato di liberazione”, inoltre, praticato da giovani e anziani senza discriminazioni di genere, classe o religione “esso associa posizioni, respirazione controllata, meditazione, recitazione di parole ed altre tecniche mirate a beneficiare l’individuo e il suo stato di salute psicofisica”.
La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dal ministero della Cultura indiano soprattutto dopo che, già nel 2014, era stato fissato il 21 giugno come Giornata internazionale dello yoga ad opera dell’Onu.
Del resto, proprio come afferma il Comitato dell’Unesco, è indubbio che “la filosofia yogica dell’India ha influito su numerosi aspetti della società di questo Paese, che vanno dalla salute alla medicina, sino all’educazione e alle arti”.
Insomma, oggi trovare una via per giungere ad una unificazione profonda del proprio “io” sembra essere un’esigenza sempre più forte e per farlo occorre indagare percorsi differenti, primo fra tutti lo yoga, una pratica dell’anima che lavora attraverso lo strumento del corpo.